Fassino lancia lo sprint: “Sicurezza innanzitutto”

Fassino lancia lo sprint “Sicurezza innanzitutto”

DIEGO LONGHIN

«La sicurezza non è né di destra né di sinistra, ma è un diritto irrinunciabile per ogni persona. E proprio perché vogliamo una città attrattiva, aperta e inclusiva intendiamo proporre al governo la sottoscrizione di un nuovo patto per la sicurezza della città». Dal palco dell’Alfieri, nel giorno del lancio del programma elettorale, Fassino tocca il tema della sicurezza a pochi giorni dalla firma del nuovo patto con il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, che sarà a Torino mercoledì 4 maggio. Intesa che prevede «un rafforzamento degli organici delle forze dell’ordine in città, un’ulteriore azione comune nelle politiche per la sicurezza anche grazie al nuovo provvedimento concordato tra ministero e Anci». La sicurezza è uno dei punti chiave del programma di Fassino che corre per il secondo mandato.
Al Teatro Alfieri il sindaco racconta la “Torino che verrà” partendo da quello che è, da quello che è stato fatto in questi cinque anni. Numeri, come quelli della riduzione del debito o della crescita dei turisti, che vengono associati alle immagini degli spettacoli, degli eventi e dei congressi e agli impegni per Torino. Il sindaco si commuove: occhi lucidi e voce rotta.
Fassino immagina una «Torino senza periferie », una città in cui non ci sia un centro e altri luoghi, ma dove tutto sia integrato, «una città policentrica, come lo è già oggi, attenta alla sostenibilità, alla cultura, al turismo, attenta ai diritti, ai giovani e all’infanzia». E aggiunge: «La discussione sulle periferie è ideologica. Ero all’inaugurazione dei cantieri dello Juventus Village che è al confine con Venaria, il parco dei laghetti della Falchera è in periferia, così come il Palazzo del Lavoro, ai confini con Moncalieri, o la Manifattura Tabacchi, in Barriera di Milano. Sono tutti interventi fuori dal centro storico». La convention è stata l’occasione per tastare il polso della coalizione. Tutti presenti. Oltre al presidente della Regione, Sergio Chiamparino, gli assessori uscenti, candidati, i rappresentanti in partecipate e fondazioni. Il volto che più colpisce, ma è questione solo di farci l’abitudine, è quello del ciellino Giampiero Leo. Il segretario del Pd, Fabrizio Morri, attacca i «gufi e i guastatori» e sottolinea che il Pd c’è: «Saremo nelle piazze e nei mercati, non siamo divisi». Sentendo le parole del consigliere regionale Mario Giaccone, fondatore della Lista Civica Fassino, non sfuggono gli attriti tra le liste “civiche”. «Lo dico senza polemiche, rappresentiamo un enorme valore aggiunto, come rappresentanto un valore aggiunto tutti i candidati di tutte le liste». Giacomo Portas dei Moderati non è all’Alfieri, impegnato a Napoli, e Carlotta Salerno, responsabile cittadina del movimento e candidata in Barriera, evita le polemiche: «La politica è più forte della rabbia, non vincerà la politica per l’io ma per il noi». L’assessore Gianguido Passoni, fondatore della lista Progetto Torino, parla di temi: «Il programma mette al centro il lavoro e le quantità di opportunità di lavoro che si potranno creare».

(Repubblica, 1 maggio 2016 pagina VI VII)