Panchine Rosse, tutti contro Salvini

Da Lastampa.it

Il caso delle panchine rosse anti-violenza sulle donne: tutti contro Salvini
Il centrosinistra contrattacca, protesta sui social nei quartieri partono i flash-mob

PAOLO COCCORESE
TORINO
È bufera sulle parole del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, che ha bocciato il progetto delle panchine rosse, simbolo della battaglia contro il femminicidio, con una battuta che ha scatenato le polemiche. «I consiglieri della sesta circoscrizione, hanno fatto bene a non votare quella delibera. Su quelle panchine si sarebbero seduti spacciatori e papponi». Battuta che ha scatenato l’indignazione dei residenti di Barriera di Milano, seguiti a ruota da quelli di molti altri quartieri: hanno partecipato a un flash-mob con lo slogan #iononsonunpappone. L’iniziativa è stata appoggiata dal centrosinistra e dal Pd. Mauro Laus, presidente del Consiglio regionale, lancia una proposta: «Bisogna allargare su scala regionale e nazionale la campagna di sensibilizzazione».

DA PIAZZA BOTTESINI
La rivolta contro le dichiarazioni di Salvini, è partita da piazza Bottesini, il giardino di Barriera dove a gennaio la panchina rossa, installata dalla sesta circoscrizione, era stata distrutta. «Sono convinto che il problema della violenza sulle donne non si risolva con delle panchine, ma penso che questa sfida debba iniziare anche dall’educazione e da simboli come quelli», dice Gabriele Crisanti, librario di via Cherubini. È l’ideatore della protesta che ieri ha tenuto banco sui social network. Seduto sulla panchina si è fatto fotografare con un cartello con scritto “io non sono un pappone”. «Su queste panchine si siedono tutti – aggiunge -: i bambini, gli anziani e di sera, forse, anche gli spacciatori. Ma sono un simbolo che non merita un attacco così becero».

LA PROTESTA SOCIAL
La difesa delle panchine rosse ha superato i confini del quartiere. Alla Falchera, gli anziani del centro d’incontro si sono fatti anche loro ritrarre davanti a quella installata nel cortile. Stesso discorso per i residenti di via Anglesio alla Barca, per quelli di San Donato, di Vanchiglia e dei comuni della provincia. A Torino, sono 33 le sedute contro il femminicidio. Nate nella sesta circoscrizione, sono sbarcate a Nichelino, Borgaro, Alpignano. E anche al Sud: a Manduria, Maruggio e all’Aquila.

NELLE SCUOLE
«Le panchine sono realizzate con la partecipazione dei ragazzi delle scuole dove Acmos organizza un laboratorio di cittadinanza – dicono il presidente della sesta, Nadia Conticelli, e la coordinatrice, Daniela Todarello -. Il rancore di questi giorni dimostra quante è difficile parlare del tema del femminicidio».

CULTURA E AZIONI CONCRETE
Battaglia ripresa da altri esponenti del mondo politico. «Contro la violenza sulle donne serve la cultura come le panchine rosse. E azioni concrete come la legge contro la violenza che abbiamo approvato con 1,7 milioni di stanziamento che la giunta leghista aveva azzerato», attacca l’assessore regionale, Monica Cerutti. «Attaccare le Panchine Rosse significa svilire l’importanza della lotta contro la violenza di genere», chiosa la parlamentare Pd, Anna Rossomando.

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