Intervista a Daniela Todarello: “Le panchine gialle contro il bullismo”

Intervista a Daniela Todarello: “Le panchine gialle contro il bullismo”

di Andrea Gatta

Alla politica ci è arrivata da presidente dell’associazione commercianti – mestiere tramandato dai genitori – in quel di Barca e Bertolla. Ed è da quella parte di Torino Nord, non sempre facile da vivere, che è iniziata la corsa verso la Sala Rossa di Daniela Todarello, 34 anni e una laurea in Scienze politiche. Dal 2001 è in circoscrizione 6, è stata fra i protagonisti dell’iniziativa delle “panchine rosse” contro la violenza sulle donne. Da poco ha lanciato l’idea delle “panchine gialle” contro il bullismo, che compariranno nelle scuole della circoscrizione. Daniela Todarello, in cosa consiste questo progetto? «Partiamo dal cortile del liceo Einstein, poi ci sarà il Beccari ma saranno coinvolti altri istituti, per ora solo della circoscrizione. Ma il mio obiettivo è estendere l’idea a tutte le scuole della città: è un segnale e anche un modo perché i ragazzi si parlino e si confrontino. E II contributo degli studenti della circoscrizione 6 può aiuta re tutti gli altri». Circoscrizione 6 vuoi dire Barriera, Barca, Bertolla. Quartieri che le opposizioni vi accusano di aver trascurato. «lo penso che bisogna smetterla di ritenere la Sei una periferia, basta pensare che per andare in centro ci vogliono 10 minuti e se consideriamo la Città metropolitana dobbiamo guardarci come a un centro, rispetto alle aree più esterne. Detto questo, negli ultimi cinque anni abbiamo aperto o sviluppato musei, teatri, parchi, piste ciclabili. E dove non ci sono più le fabbriche, il motore sono la cultura e l’associazionismo. Ci sono tante nuove energie, insomma». Oltre al progetto delle panchine gialle, quali temi intende trasferire in Sala Rossa? «Bisogna lavorare sui giovani delle scuole, portare avanti il valore della memoria e della Resistenza, promuo vere il diritto allo studio, alla casa, i diritti dei disabili. Anche e soprattutto neiterritori dove c’è più immigrazione e dove ci possono essere difficoltà maggiori. Proprio in quei luoghi ci possono esserci molte opportunità». Cosa invece poteva essere fatto meglio in questi cinque anni? «È innegabile che in alcune zone la percezione di insicurezza sia elevata. E un aspetto da migliorare, ma è necessario per il sindaco e per la Giunta comunale avere più poteri. Anche perché le forze dell’ordine hanno pochi mezzi e poche risorse». Un giudizio sui candidati sindaco. «Per competenza e credibilità nessuno può competeré con Passino. Qualcuno si candida per provocazione, qualcun altro per “spaccare” sulla pelle dei cittadini. Ma l’unica alternativa è Piero».

Torino Cronacaqui, sabato 21 maggio